Anima by Wajdi Mouawad

Anima by Wajdi Mouawad

autore:Wajdi Mouawad [Mouawad, Wajdi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2024-02-15T12:29:39+00:00


EQUUS CABALLUS

III

È una traversata degli abissi. Abbiamo continuato a viaggiare, sballottati su strade cariate dal freddo, poi ci siamo fermati di nuovo. Da quel momento, aspettiamo. La luce sul soffitto del cassone si è riaccesa. Dove siamo? Una voce ha detto Stop for two hours! Non sento più il dolore. Non sento più le gambe. No so più se è giorno o se è notte. Tutto è deformato. Fino a ieri ci chiamavano horse o cavallo o caballo. Oggi siamo la merce. C’è stato un tempo in cui portavamo il nome del nostro galoppo: Sciapalà! Sciapalà! Sciapalàsciapalàsciapalàsciapalà!

C’è un uomo in fondo al cassone. Lo intravedo attraverso la massa dei miei simili, scura e lucida di stanchezza. Si muove. Avanza, passo dopo passo, in mezzo all’orda. Ha in mano un coltello. Lo usa per tagliare le cinghie che legano i miei congeneri, li libera. Gira il fermo metallico delle griglie dietro le quali vengono tenuti prigionieri i grandi cavalli neri, massicci e potenti, di cui gli umani hanno terrore. Che fa? Mormora parole incomprensibili: «È solo un attimo, Minotauro. Ogni situazione porta in sé la sua potenza. Vi rendo alla persuasione delle vostre esistenze e che importa quello che accadrà». Si avvicina a me, gli tremano le mani, trancia la striscia di canapa che mi consuma la pelle fino al sangue, me ne libera, il freddo ghermisce la mia piaga aperta. L’uomo continua a parlare: «Un’unica Mongolia all’orizzonte. Dovrete avere un’unica idea in testa, un’unica steppa! Dovrete riprendere il vostro galoppo, anche a costo di galoppare con la morte. Galoppate, galoppate! Meglio il galoppo che il bastone!». Non lo sento più. Adesso parla agli altri. Piange. Quelli morti, si china ad accarezzarli. Si ferma accanto alla porta. È il momento buono, dice con voce ferma. Ora!! Ci agitiamo. Fa ruotare la lunga barra d’acciaio verticale intorno al suo asse e sblocca i due battenti della porta. Alza il saliscendi della grande stanga, l’ultimo ostacolo, e, tirando con tutte le sue forze, lo estrae dalla bocchetta della serratura fissata all’intelaiatura. Poi spinge col piede le due pareti metalliche, che si aprono verso l’esterno facendo entrare la luce del giorno. Il sangue scorre nelle mie vene. Siamo liberi! Lui si gira e comincia a urlare: Scappate! Scappate! Forza!!! Forza!!! Il primo cavallo nitrisce e salta giù. Scappate! Scappate! Forza!!! Forza!!! La vita ghermisce i miei muscoli, mi impenno e, senza attendere oltre, folle di rabbia, mi lancio verso l’esterno.



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